Parrocchia dei Santi Rocco e Martino - Redavalle

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Lingiardi opus 1

L'organo monumentale "Lingiardi opus 1" (1813)

LA STORIA

Don Gioacchino Ridella, Arciprete di Redavalle dal 1876 al 1892, attesta in un inventario dei beni della chiesa che l'Organo fu "acquistato nel 1844 dalla Chiesa di Carbonara Pavese".

Il 16 ottobre 1842 Giovanni Giudici, allievo dei Serassi di Bergamo, aveva firmato con la Parrocchia di Carbonara Ticino (PV) un contratto per la costruzione di un Organo nuovo comprendendo nel prezzo la cessione dello strumento esistente in quella chiesa, "coll'obbligo nell'istesso Signor Fabbricatore Giudici di condurlo a proprie spese al limitrofo di questo Regio Stato".
Il 25 febbraio 1844 il Consiglio Comunale di Redavalle veniva in soccorso alla propria Parrocchia, deliberando il pagamento di un sussidio di Lire 300 a un "certo Signor Giudici Giovanni di Bergamo" per "la provvista d'una Cantoria e d'un Organo" che sarebbe costato duemilaventicinque Lire piemontesi.
Il 15 aprile 1844 Luigi Tosi, Maestro della Cappella della Cattedrale di Pavia, scrivendo all'Arciprete di Redavalle Luigi Serventi, lodava "l'Organo rinnovato e collocato dal signor Giovanni Giudici nella (...) chiesa parrocchiale pievana".

Ma chi aveva costruito l'Organo che Giovanni Giudici installò a Redavalle? In un volume di "Spesa per la parochiale di Carbonara", nel 1813 vengono annotati alcuni pagamenti a Gio. Batta Lingiardi "in causa ingrandimento dell'Organo". Effettivamente durante i restauri è stata ritrovata su un ventilabro l'inequivocabile scritta " + 1813 Lingiardi ".
Occorre quindi domandarsi a questo punto da dove proveniva lo strumento magistralmente rifatto dal capostipite della gloriosa famiglia pavese di organari. Nel medesimo registro contabile, il 4 gennaio 1809 viene annotata la spesa di 1211 Lire pagate "al Signor Canonico Beccali per l'acquisto dell'Organo, regalia al custode, ed espresso a Portalbera per ottenere l'approvazione". Per risolvere l'enigma della scarna indicazione, è stato necessario consultare l'Archivio Diocesano di Tortona, l'Archivio Diocesano di Pavia, l'Archivio Storico Civico di Pavia, l'Archivio di Santa Maria del Carmine in Pavia, l'Archivio di Stato di Milano, l'Archivio di Stato di Novara.
Il "Prospetto delle Chiese ed Oratorj da chiudersi a termini del Decreto di S.A.I. 10 marzo 1808 nel Comune di Pavia" elenca tredici edifici: Santa Maria di Loreto, S. Invenzio, SS. Trinità, S. Rocco, S. Giuseppe, S. Innocenzo, S. Pietro in Vincoli, S. Bartolomeo al Ponte, L'Oratorio detto del Crocifisso, L'Oratorio di Porta Calcinara, L'Oratorio di Porta Salara, L'Oratorio di S. Simone di Casa Bellisomi, L'Oratorio dei Santi Siro e Quirico di Casa Mezzabarba.
Il 18 luglio 1808, il Vescovo di Pavia Paolo D'Allegre formulava al Ministro per il Culto Bovara una singolare richiesta: "... Avvicinandosi il momento, in cui Vostra Eccellenza passerà a disporre degli Organi delle Chiese da chiudersi; non posso astenermi dal porle sott'occhio la vera necessità, in cui si trova la mia Cattedrale, d'essere provveduta di un Organo proporzionato alla vastità del Tempio, ed al decoro delle sacre Funzioni; essendo l'attuale meschinissimo, e rovinato, e non potendosi quasi mai per mancanza di redditi supplire coll'Orchestra al difetto del medesimo. Supplico quindi L'Eccellenza Vostra, giacché niuno degli Organi disponibili si trova essere adattato alla Cattedrale, ad assegnarne alla medesima tre o quattro, come sarebbero quelli di S. Rocco, di S.a Maria di Loreto, della Trinità, e di S. Giuseppe, affinché dal materiale, o dal prezzo di questi congiunto a qualche altra risorsa si traggano i mezzi onde farne fabbricare uno competente".
Il 2 settembre 1808, dalla storica residenza di Portalbera (PV), D'Allegre scriveva al Vicario Generale Luelli: "Sua Eccellenza il Signor Ministro pel Culto mi scrive che ha incaricato il Signor Viceprefetto di metter a mia disposizione tanti materiali degli organi della chiese soppresse quanti abbisognino al ristauro di quello della Cattedrale; lo scrivo per sua regola al Signor Canonico Beccalli e mi riservo di indicarlo al Signor Vice Prefetto per mio Delegato in questa parte. Godo che sia finito l'affare delle Soppressioni".
Ecco quindi spiegata la nota del registro di spese della Parrocchia di Carbonara: il 4 gennaio 1809 questa Parrocchia pagò al Canonico Beccalli un Organo, proveniente da una delle chiese soppresse l'anno prima, ottenendo l'approvazione dal vescovo D'Allegre nel periodo in cui questi si trovò a Portalbera, cioè almeno dal 2 settembre 1808 sino al massimo a poco prima del 16 ottobre 1808, data di una sua lettera vergata da Pavia.

Da quale chiesa proveniva l'Organo di Carbonara Ticino ora a Redavalle? Sulla cantoria si trovano due stemmi, recanti il monogramma MVA: "Maria Vergine Assunta". Ora, fra le tredici chiese soppresse a Pavia nel 1808 e fra le sole quattro indicate dal Vescovo D'Allegre al Ministro Bovara, se si eccettua l'Oratorio di Porta Salara, di dimensioni ridotte, l'unica chiesa dedicata alla Madre del Signore è quella di Santa Maria di Loreto. Abbattuta nel 1834 per dare maggior visibilità a palazzo Malaspina, si trovava nei pressi dell'attuale Piazza Petrarca e misurava m. 41 di lunghezza e m. 13,10 di larghezza, per un totale di 537,10 metri quadrati, misure del tutto adatte a uno strumento di otto piedi quale doveva essere il monumentale Organo già prima del rifacimento di Lingiardi a Carbonara Ticino.
Mentre un inventario della Chiesa di Santa Maria di Loreto, redatto nel 1681, non nomina l'Organo, un analogo documento del 1690 descrive due cantorie in legno di noce ornate d'oro e sculture e l'Organo. Se l'identificazione è corretta, si può supporre che lo strumento originario e la sua cantoria siano stati costruiti fra il 1681 e il 1690.
L'ultimo restauro di cui si abbia notizia avvenne nel 1925 ad opera di Elia Gandini.

Federico Lorenzani, consulente Servizio di tutela organi Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia

L'ORGANO

L'Organo ha una facciata di 25 canne in stagno, suddivise in 3 campi (9/7/9), disposte a cuspide, con profilo piatto, bocche allineate e labbro superiore a mitria segnata. La canna maggiore corrisponde al Do 1° del Principale 8' Bassi.

Tastiera a finestra con trasmissione meccanica sospesa di 50 tasti dal Do1 al Fa5, con prima ottava corta. Divisione bassi-soprani tra Do2#/Re3. Pedaliera a leggio, con trasmissione meccanica, con 18 tasti (Do1 - Mi2), costantemente unita alla tastiera; 12 note reali. Tasto a Terza Mano.
Registri azionati da manette lignee a movimento orizzontale disposte in due colonne a destra della tastiera:
Colonna interna: Cornetto a tre file; Fagotto bassi 8'; Tromba soprani 8'; Viola bassi 8'; Corno inglese soprani 16'; Flutta soprani; Ottavino soprani; Flauto in ottava; Ottavino bassi; Voce umana; Contrabbassi e rinforzi; Tromboni ai pedali.
Colonna esterna: Principale bassi 16'; Principale soprani 16'; Principale bassi 8'; Principale soprani 8'; Ottava bassi; Ottava soprani; Duodecima; Quintadecima; Decimanona; Vigesimaseconda; XXVI-XXIX; XXXIII-XXXVI.

Temperamento mesotonico a sesti di comma, con "quinta del lupo" stemperata su due intervalli. Corista A = 453,8 Hz alla temperatura di 26,4 °C e umidità relativa del 57%. Pressione dell'aria: 49 mm di colonna d'acqua.

GLI ANGELI

I due angeli lignei sono opere di notevole qualità, provenienti dalla chiesa di Carbonara, acquistati nel 1844 dal parroco di Redavalle Luigi Serventi, come risulta da una lettera custodita presso l'Archivio parrocchiale.
Con il restauro è stata recuperata una ridipintura antica, riferibile alla fine del XVII secolo. Non è stato infatti possibile recuperare la policromia originale, quasi del tutto persa: concepiti come grandi oreficerie, in origine gli angioloni erano tutti d'oro, ad esclusione degli incarnati, trattati in modo naturale; le ali invece avevano le costolature d'oro e d'argento meccato. Gli angeli, grandi come persone vere, sono in piedi e incedono in avanti con un passo deciso, con le stoffe scivolate che lasciano scoperta una spalla; l'angelo con le vesti gialle e verde smeraldo indossa eleganti calzari nella stessa tonalità di verde, mentre l'angiolone in rosa e verde chiaro è a piedi scalzi. Entrambi hanno le braccia tese a perpendicolo e le mani dovevano per forza reggere i lembi del sudario di Cristo e quindi non potevano che essere completati da un'altra scultura lignea, il corpo deposto di Gesù. Intagliati e rifiniti con la policromia per essere osservati da tutti i lati, la visione privilegiata è però quella laterale, con le stoffe gonfie delle tuniche, rimborsate e raccolte.

Il gruppo scultoreo di cui sono state parte le due grandi sculture doveva essere la cappella di una chiesa o forse di un Sacro Monte, nella quale era proposta l'iconografia borromaica del Sepolcro di Cristo. I due angioloni dalle corporature allungate e snodate sono stati realizzati da un anonimo intagliatore lombardo o piemontese tra la fine del Cinquecento e l'inizio del Seicento, ricettivo dei risultati soprattutto pittorici della produzione giovanile di Giovan Battista Crespi detto il Cerano e di Giulio Cesare Procaccini, pittori, scultori e plasticatori attivi durante i decenni del cardinalato di Federico Borromeo.

Paola Strada, Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Milano

I RESTAURI

Fra il 2010 e il 2012, sotto l'impulso dell'allora Assessore alla Cultura del Comune di Redavalle Pierangela Compagnoni, lo strumento è stato restaurato dalla Bottega Organara Dell'Orto & Lanzini in Dormelletto (NO), mentre la cantoria è stata restaurata dal Laboratorio Gabbantichità di Donatella Arch. Gabba in Tortona (AL), con la supervisione della Dottoressa Beatrice Bentivoglio Ravasio della Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia, della Dottoressa Paola Strada della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici di Milano, di Federico Lorenzani, consulente del Servizio di tutela organi della Direzione Regionale medesima, e della Dottoressa Lelia Rozzo dell'Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Tortona.
Determinante il contributo economico della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, senza il quale non sarebbe stato possibile intraprendere l'onerosa opera. I lavori sono stati realizzati anche con il contributo della Fondazione Comunitaria della Provincia di Pavia onlus – Fondazione Cariplo e di tanti parrocchiani.

IL CONCERTO INAUGURALE

Nel pomeriggio di domenica 14 ottobre 2012 si è tenuto il concerto inaugurale dei restauri del monumentale Organo. Ha eseguito brani di Haendel, Bach, Scarlatti e Ponchielli il maestro Stefano Innocenti.
Fiorentino, diplomato in pianoforte, Organo e clavicembalo, è titolare del settecentesco Organo Serassi della Reggia di Colorno. Ha dato concerti in tutta Europa, negli Stati Uniti, in Canada, in Brasile e in Giappone. Ha insegnato Organo e composizione organistica nei Conservatori di Bologna e di Parma. Il concerto è stato organizzato dalla Parrocchia e dal Comune di Redavalle in collaborazione con l'Associazione Culturale Giuseppe Serassi di Guastalla (RE).

LA PUBBLICAZIONE

In occasione del concerto è stata presentata una pubblicazione, VII volume della Collana d'Arte Organaria dell'Associazione Culturale Giuseppe Serassi – Istituto per la ricerca musicologica, contenente la documentazione storica e articoli di Celestina Tirelli Massara e Luca Boga Zambianchi (La Pieve di San Martino in Strada e l'oratorio dei Santi Rocco e Martino), Federico Lorenzani (La prima opera di Giovan Battista Lingiardi), Andrea Carmeli (Due famiglie di organari pavesi: gli Amati e i Lingiardi), Giosuè Berbenni (Giovanni Giudici "uno de' più intelligenti e riputati artisti della Fabbrica Serassi"), Carlo Dell'Orto e Massimo Lanzini (Relazione di restauro dell'Organo), Vincenzo Basiglio e Donatella Gabba (Restauro conservativo della cassa d'Organo e di due angeli del XVII secolo), Paola Strada (La mobilia dell'Organo tra dati documentari e restauro): Federico LORENZANI, ed., Lingiardi opus 1. L'organo G.B. Lingiardi (1813) di Redavalle, Collana d'arte organaria 7, Associazione culturale Giuseppe Serassi, Guastalla 2012.

IL CD

Il 30 aprile 2013 il Maestro Riccardo Castagnetti teneva un concerto, durante il quale veniva presentato un Compact Disc da lui inciso all'Organo Lingiardi per la Fugatto, contenente l'esecuzione di trascrizioni di inizio ‘800, per la maggior parte inedite, di noti brani di W.A. Mozart.
Riccardo Castagnetti, modenese, è diplomato cum laude in Organo e Composizione organistica con Stefano Innocenti. È laureato in Filosofia e in Scienze religiose. Si è perfezionato con vari docenti, tra cui Luigi Ferdinando Tagliavini, Liuwe Tamminga, Christopher Stembridge, William Porter e Fausto Caporali. La Radio Svizzera Italiana ha prodotto un disco interamente dedicato a sue composizioni organistiche e clavicembalistiche, eseguite da Stefano Innocenti, pubblicato dall'editrice Tactus. Recente la sua incisione per Brilliant Classics di un cd di Toccate e Correnti di Michelangelo Rossi (1601-1656) all'Organo e al Clavicembalo.

PASSEGGIATE ORGANISTICHE 2020

Nel pomeriggio di sabato 3 ottobre si è tenuto il terzo concerto delle "Passeggiate organistiche", organizzate dal Centro di musica antica della Fondazione Ghislieri
All'organo Maria Cecilia Farina.